Il prezzo del raro metallo bismuto è aumentato di sette volte in tre mesi
Il prezzo del bismuto, un metallo raro utilizzato nella saldatura e in altre applicazioni, sta aumentando rapidamente. Negli ultimi tre mesi il prezzo è aumentato di sette volte. La Cina, il maggiore produttore, ha imposto controlli sulle esportazioni come parte della sua ritorsione contro i dazi imposti dall’amministrazione Trump. Con le esportazioni cinesi di prodotti non lavorati a zero, la domanda e l’offerta di bismuto sono diventate ridotte.
“È sorprendente che i prezzi siano aumentati così drasticamente in un lasso di tempo così breve”, ha affermato Yukihiro Hashida, responsabile del reparto vendite metalli presso Toho Asia Lead, un produttore di bismuto in Giappone. Attualmente, in Europa il costo del bismuto è di circa 45 dollari alla libbra. A fine gennaio il prezzo era superiore a 6 dollari, mentre ora è salito a circa sette volte.
Il bismuto è ampiamente utilizzato in svariate applicazioni, tra cui gli ugelli degli irrigatori e le materie prime farmaceutiche. Un esempio tipico è la saldatura, utilizzata per unire i componenti elettronici. Il bismuto ha un basso punto di fusione e, se utilizzato in sostituzione del piombo, diventa una lega per saldatura praticamente priva di tossicità.
La causa del rapido aumento dei prezzi sono stati i controlli sulle esportazioni imposti dalla Cina. Il 4 febbraio, il Ministero del Commercio e l’Amministrazione generale delle dogane cinese hanno emesso controlli sulle esportazioni di metalli rari come tungsteno, tellurio, molibdeno, indio e bismuto. Questa è considerata una misura di ritorsione contro l’imposizione di tariffe da parte degli Stati Uniti e gli esportatori cinesi non potranno esportare senza il permesso del governo. I dati doganali cinesi hanno mostrato che a febbraio, quando sono stati implementati i controlli sulle esportazioni, le esportazioni di bismuto non lavorato sono diminuite di oltre l’80% rispetto al mese precedente. A marzo le esportazioni erano pari a zero.
Il bismuto viene prodotto principalmente in Cina. I dati dello United States Geological Survey (USGS) mostrano che la Cina è responsabile dell’81% della produzione di bismuto (2024). Pertanto, i controlli sulle esportazioni della Cina hanno un impatto significativo sulla fornitura di bismuto. Ci sono anche voci sul mercato che affermano: “Al momento, possiamo far fronte solo alle scorte e in futuro dovremmo prendere in considerazione l’acquisto al di fuori della Cina e aumentare i prezzi dei prodotti”.
Oltre alla Cina, uno dei fornitori è il Giappone. Il bismuto è un sottoprodotto del processo di raffinazione del piombo. Nel 2024, il Giappone rappresenterà il 3% della produzione mondiale di bismuto. Hashida, responsabile Asia di Toho, ha affermato: “Per soddisfare la domanda, la produzione verrà aumentata nella misura del possibile”.
La Cina sta rafforzando i controlli sulle esportazioni di minerali importanti. A partire dal 2023, con l’impiego di gallio e germanio come materiali semiconduttori, saranno implementati controlli sulle esportazioni di antimonio, utilizzato come ritardante di fiamma per autoveicoli, a partire da settembre 2024, e di alcune terre rare ad aprile 2025. Gli operatori di mercato sono sempre più diffidenti nei confronti del rapido aumento dei prezzi delle risorse dovuto ai nuovi controlli sulle esportazioni.