L’obiettivo di crescita del PIL cinese per il 2025 è di circa il 5%

Nel suo rapporto di lavoro governativo del 5, il premier cinese ha proposto che i principali obiettivi di sviluppo previsti per quest’anno siano: crescita del PIL di circa il 5%; tasso di disoccupazione urbana censito di circa il 5,5% e oltre 12 milioni di nuovi posti di lavoro urbani; aumento dei prezzi al consumo di circa il 2%; crescita del reddito dei residenti e crescita economica sincronizzate; bilancia dei pagamenti internazionali sostanzialmente in pareggio; produzione di grano di circa 1,4 trilioni di jin; consumo di energia per unità di PIL ridotto di circa il 3% e continuo miglioramento della qualità ecologica dell’ambiente.

Nel suo rapporto di lavoro governativo, il premier Li Qiang ha annunciato che l’obiettivo per il tasso di crescita economica effettiva nel 2025 sarà comunque fissato a “circa il 5%”, mantenendo questo livello per tre anni consecutivi.

Sullo sfondo di fattori avversi crescenti, come l’imposizione di dazi da parte dell’amministrazione Trump, il governo cinese prevede di espandere la spesa fiscale per sostenere la crescita economica. A tal fine, saranno emessi 500 miliardi di yuan di titoli del Tesoro per iniettare fondi pubblici nelle grandi banche statali, al fine di prevenire i rischi finanziari causati dalla crisi a lungo termine del mercato immobiliare.

Nel suo rapporto, Li Qiang ha affermato che verrà attuata una politica fiscale proattiva per espandere la domanda interna e aumentare il rapporto deficit/PIL a circa il 4,0%, superiore al 3,0% previsto per il 2024.

Inoltre, il governo aumenterà l’emissione di obbligazioni governative speciali che non saranno conteggiate nel deficit fiscale. Tra questi, saranno emessi 1,3 trilioni di yuan di obbligazioni governative a lunghissimo termine (con una durata superiore a 10 anni), con un aumento di 300 miliardi di yuan rispetto al 2024.

Allo stesso tempo, il governo prevede di utilizzare 500 miliardi di yuan di fondi raccolti da obbligazioni governative speciali per iniettare capitale nelle grandi banche statali, allo scopo di rafforzare la stabilità del sistema finanziario e far fronte al rischio di deterioramento delle operazioni commerciali dovuto alla stagnazione del mercato immobiliare. La mossa potrebbe anche attenuare la stretta sui profitti bancari causata dalla politica monetaria accomodante.

Verrà inoltre ampliata la quota di emissione di obbligazioni speciali degli enti locali, fissata a 4,4 trilioni di yuan nel 2025, con un aumento di 500 miliardi di yuan rispetto all’anno precedente. Questi fondi vengono utilizzati principalmente per investimenti e costruzioni, stoccaggio di terreni e acquisizione di alloggi commerciali esistenti, nonché per smaltire gli arretrati dei conti da pagare alle imprese da parte degli enti locali. Promuovere la sua trasformazione in alloggi a prezzi accessibili per le persone a medio e basso reddito, per migliorare le condizioni del mercato immobiliare.

Per quanto riguarda la politica finanziaria, il governo cinese intende adottare una politica monetaria “moderatamente accomodante” per sostenere la crescita economica, indicando la politica di abbassamento del coefficiente di riserva obbligatoria e del tasso di interesse di riferimento al momento opportuno.

In termini di occupazione, l’obiettivo del governo è di mantenere il tasso di disoccupazione urbano rilevato attorno al 5,5% e di creare più di 12 milioni di nuovi posti di lavoro urbani, entrambi in linea con gli obiettivi dell’anno precedente.

D’altro canto, l’obiettivo di aumento dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) è fissato a circa il 2%, in calo rispetto al 3% previsto per il 2024. Ciò riflette la realtà: una domanda interna insufficiente ha portato a una crescente pressione deflazionistica.

Inoltre, il governo prevede di aumentare il sostegno ai servizi medici, di assistenza agli anziani e di assistenza all’infanzia. Mentre la Cina si trova ad affrontare problemi strutturali come il calo demografico, la chiave per migliorare la fiducia dei consumatori sta nell’alleviare le preoccupazioni delle persone riguardo al futuro.

In termini di politica estera, Li Qiang ha sottolineato che la Cina si oppone a qualsiasi forma di unilateralismo e protezionismo, e ha puntato il dito contro gli Stati Uniti, inclini a politiche tariffarie. Il 4 marzo la Cina ha annunciato che, come contromisura alla nuova tornata di dazi imposti dagli Stati Uniti, avrebbe imposto tariffe aggiuntive fino al 15% sul grano e altri prodotti importati dagli Stati Uniti.